sabato 23 ottobre 2010

Indignazione



Ad otto mesi dall'ultimo post, torno a scrivere.
Wow, direte voi.
E avete ragione a dirlo!
Sciocchezze a parte solo una cosa avrebbe potuto convincermi a resuscitare questo blog dall'averno in cui era precipitato: l'indignazione.
Indignazione contro un paese che sta creando, e sia ben chiaro, non è sempre stato così, una mentalità sciocca, manipolabile e manipolata.
Che la sensibilità politica sia presente solo in comunisti, fascisti e nei politici stessi sarebbe esagerato da dire, anche se forse non troppo lontano dalla realtà, ma è indubbio che per gran parte della popoloazione di questo nostro bel paese la politica è una notizia come le altre al telegiornale.
"Guarda che legge ad personam ha fatto Silvio! Criminale!", "La sinistra non fa l'opposizione", "Antonio non sa parlare!", e così via, sono frasi comunissime nelle bocche del 90% degli italiani (precentuale assolutamente casuale), soprattutto mentre indignati essi stessi guardano un qualche fazioso telegiornale alla televisione.
Alla fine di quest'estate la situazione però era fottutamente tesa.
La destra era ad un passo dalla crisi, le elezioni alle porte.
Una volta tanto, tutti erano presi dalla situazione politica.
Ed ecco che muore una quindicenne ad Avetrana.
Pace all'anima sua, sia chiaro, ma da allora di finiani, crisi di governo, ecc..., non gliene frega più a nessuno.
Tutti mortalmente coinvolti nel giallo, pronti a giudicare, dire la propria versione, seguire il serial ogni giorno nei telegiornali, che di politica non parlano quasi più, ma almeno 10 minuti al delitto di Avetrana vorrai lasciarli.
Un caso nato prima del delitto, poi.
Perchè, ricordo, si è cominciato a parlare della cosa pochi giorni dopo la sparizione. Come se una quindicenne che scappa di casa qualche giorno fosse una cosa eccezionale. Eppure, capita quasi tutti i giorni. Ma i telegiornali avevano scelto di seguire proprio quello, non altri.
E, stranamente, è finito in tragedia con il corollario di efferatezza che tanto piace alla brava gente.
Chiamatemi pure cospirazionista, ma la ragione mi dice che c'è qualcosa di sbagliato.
E la gente, capra come dev'essere, come i media l'hanno resa e ha convinto che fosse sempre stata, segue il giallo.
E il paese va a rototli.
Ricordatevi che non siamo sempre stati così.
Che "gli italiani sono fatti così" e "tanto i politici sono tutti uguali" sono solo parole, una costruzione sociale di quest'epoca; un artificio, non la verità.
Svegliatevi anche voi.
Alzate lo sguardo al cielo, indignatevi anche voi, e, a qualunque cosa crediate, qualunque siano le vostre idee politiche, il paese cambierà.

P.s. : Un grazie a Vale per l'ispirazione!

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